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Meno compiti a casa: la rivoluzione nella nostra scuola

Di rivoluzione a livello dell’istruzione se ne parla da molto tempo e forse a oggi ci sono i presupposti per la sua realizzazione. È proprio di questi giorni la notizia che il Ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, avrebbe affermato che si impegnerà affinché vengano ridotti i compiti a casa ai nostri ragazzi.

La questione è giunta all’attenzione del Ministro dopo che i dato dell’OCSE hanno rivelato che i ragazzi italiani studierebbero 9 ore alla settimana a casa in più rispetto ai loro coetanei europei.

Da educatrice, credo che la mole di lavoro a casa andrebbe sicuramente ridotta, per permettere ai nostri ragazzi di riposarsi dopo le ore scolastiche ed evitare le difficoltà nella gestione quotidiana, ma non andrebbe comunque eliminata: il ripasso e il consolidamento permettono al ragazzo di essere consapevole delle proprie capacità, dei propri errori, ed eventualmente di ritrovarsi in attività di potenziamento. Affermo con molta chiarezza che non sono invece d'accordo sull’uso dei compiti a casa per il recupero del programma scolastico, qualora l’insegnamento risulti in difetto rispetto al programma.

Ricordiamoci comunque che ognuno di noi, che sia oggi genitore o pedagogista, è cresciuto anche attraverso lo svolgimento dei compiti a casa; quello che è importante tenere in considerazione è che non bisogna mai superare il limite del buon senso.

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