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Disturbi dell'apprendimento e trauma: la disgnosia

Da una recente intervista alla Dott.ssa Elena Simonetta (psicologa, psicoterapeuta, psicomotricista) è emersa una nuova teoria, che comprende tutti coloro che spesso non rientrano nella Diagnosi di Dsa poiché non ne rispettano i criteri.

Secondo la Dott.ssa bisogna distinguere tra due tipi di Dsa:

- quello funzionale, che riguarda la codifica e le sue difficoltà;

- quello di natura cognitiva, legato alla percezione e rappresentazione.

Infatti, secondo la sua attenta riflessione, come è possibile che vi siano spesso bambini che, pur non avendo problemi di decodifica, non comprendono ciò che leggono?

La risposta arriverebbe dalla disgnosia: un disturbo cognitivo legato a un'incompleta integrazione soma-psiche. Alla base di tale disturbo vi sarebbero traumi dell'attaccamento, che inducono il bambino a una crescita non adeguata, il che condiziona lo sviluppo a livello della comprensione.

Difficoltà di attenzione e concentrazione, scarsa autonomia, incoerenza e frammentazione del pensiero con disturbi somatici ed emotivo relazionali sono i principali sintomi che vengono spesso identificati come atteggiamento oppositivo di "pigrizia".

Dai test il quoziente intellettivo risulta basso, ma comunque nella norma, con una netta discrepanza tra verbale e performance.

Dove per verbale si intendono le capacità logico-astratte:

  • l'astrazione;

  • la generalizzazione;

  • il calcolo a mente.

Vengono misurate anche la conoscenza, l'esperienza e le abilità acquisite dal bambino. Sono quindi strettamente legate anche all'apprendimento scolastico.

Per performance si intendono, invece, risposte operative, concrete (ad esempio: riordinare sequenze, ricomporre figure o strutture con o senza modello, ecc). Si basano sull'abilità di identificare l'ordine, le relazioni e gli schemi in situazioni nuove, indipendentemente dalle conoscenze acquisite.

La Dott.ssa Simonetta afferma che l'evento traumatico produce una quantità eccessiva di adrenalina, che incide negativamente sullo sviluppo delle capacità di base e superiori:

  • le funzioni di base sono collegate all’esperienza motoria del soggetto. Parliamo di sensazione, percezione, rappresentazione mentale, attenzione;

  • per le funzioni superiori ci riferiamo alle capacità di astrazione, simbolizzazione, memorizzazione e logica, che necessitano del supporto linguistico.

"La ricerca svolta insieme all’ospedale San Gerardo di Monza e l’ospedale Don Gnocchi di Milano ci ha fatto vedere come una percentuale altissima, si parla del 98% dei soggetti con DSA, non hanno affermato la prevalenza motoria naturale, cioè usano per scrivere la mano e l’occhio non geneticamente prevalenti. Allora da qui l’ipotesi che se una persona nasce con un livello tonico muscolare più forte da una parte rispetto all’altra e l’ambiente esterno contrasta con questo dato genetico facendo utilizzare al soggetto la parte meno forte, meno capace, ecco che compare una quantità enorme di soggetti con disturbo specifico dell’apprendimento. Tutto ciò ovviamente non riguarda la disgnosia, ma la dislessia, la disortografia e la disgrafia", afferma la Dott.ssa Simonetta.

Da questa affermazione cambia dunque l'approccio rivolto alla diagnosi precoce e alla riabilitazione:

  • per i dsa strutturali, sarà fondamentale riconoscere tutti quei segnali con le prove del QI, prove MT e porre le basi per una riabilitazione oculo-motoria, e lavorare per compensare le difficoltà e carenze a livello della decodifica;

  • per i Dsa cognitivi, ossia i soggetti affetti da diagnosia, sarà necessaria una terapia "detraumatizzante, come l’EMDR per affrontare in seguito un percorso di riabilitazione cognitiva nei suoi aspetti cognitivi oppure la metodologia di Feurstein per il miglioramento del potenziale cognitivo".

Ovviamente, come per ogni aspetto, l'utopia sarebbe che vi fosse una perfetta rete di collaborazione tra famiglia, scuola e professionisti, per aiutare e porre i giusti criteri per un intervento mirato e preciso.

Sito web: http://www.stateofmind.it/2013/03/disturbi-specifici-dellapprendimento-intervista-ad-elena-simonetta/

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